Cosa è la maculopatia? Sintomi, diagnosi e cause.

LA MACULOPATIA

Durante tutto il mese di ottobre 2020 effettueremo screening gratuiti per la prevenzione della MACULOPATIA.
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DEFINIZIONE

Con maculopatia si intende uno spettro di patologie che interessano la macula, l’area centrale della retina, deputata alla visione distinta centrale. Al centro della macula c’è la fovea, una depressione retinica, in cui sono presenti i coni. Questi ultimi sono i fotorecettori – ossia cellule in grado di trasformare i segnali luminosi in impulsi bioelettrici – responsabili anche della percezione dei colori (a differenza dei bastoncelli, abbondanti nella periferia retinica, che vengono sfruttati solo per percepire forme e movimento in condizioni di scarsa luminosità).

SINTOMI

Il sintomo principale della maculopatia è rappresentato da una caratteristica perdita della funzione visiva centrale: chi ne è affetto risulta avere una zona di non visione al centro del campo visivo (scotoma, che si ha quando lo stimolo luminoso non viene percepito per riduzione o assenza di sensibilità).
Altri sintomi comuni sono: la distorsione delle immagini (metamorfopsie); l’errata percezione delle dimensioni degli oggetti osservati, che possono essere sia sottostimate (micropsia) che sovrastimate (macropsia).

DIAGNOSI

L’acuità visiva è il test più importante per valutare la funzionalità maculare (in particolare l’acuità da vicino).
L’esame del fondo oculare è ovviamente fondamentale perché consente di verificare lo stato della retina e l’eventuale progressione della malattia.
Il test di Amsler – che consiste in una griglia a quadretti al cui centro compare un punto nero – si valuta in maniera dettagliata la capacità visiva intorno al punto di fissazione. I pazienti malati riferiscono di vedere linee curve (deformate) anziché segmenti retti e perpendicolari tra loro.
A questi esami può essere a volte indispensabile associare indagini strumentali, come l’OCT, l’OCT-Angiography, la fluorangiografia e l’angiografia al verde di indocianina.

 

CLASSIFICAZIONE

Esistono diverse forme:

  • ereditarie: la malattia di Stargardt o distrofia maculare giovanile, malattia di Best o distrofia vitelliforme, distrofia maculare North Carolina, distrofia maculare tipo Butterfly;
  • acquisite: sindromi dell’interfaccia vitreo-retiniche (pucker maculare, foro maculare lamellare o a tutto spessore, trazione vitreomaculare) di interesse prevalentemente chirurgico; corioretinopatia sierosa centrale, teleangectasie maculari idiopatiche, miopia degenerativa, e la degenerazione maculare legata all’età, di gran lunga la forma più diffusa.

La degenerazione maculare legata all’età (DMLE), la causa più comune di cecità nei paesi industrializzati, riconosce due tipologie di presentazione:

  1. la forma atrofica (più conosciuta come “secca”): rappresenta il 90% delle forme di DMLE, ha una evoluzione più lenta, meno aggressiva della forma umida; colpisce quasi sempre entrambi gli occhi, anche se in forma asimmetrica.
    In una percentuale tra il 10 e il 15 % la forma atrofica può evolvere nella forma più grave (essudativa); per questo è molto importante seguire attentamente la patologia con visite ed esami strumentali periodici (circa ogni 6 mesi salvo cambiamenti significativi della sintomatologia).
    Attualmente non esistono terapie per la forma atrofica, anche se per cercare di rallentarne l’evoluzione, è indicata una terapia di “supporto” per la retina a base di integratori specifici da assumere per via orale (sempre sotto il controllo dell’oculista);


    Fig. 1- DMLE “SECCA”

  2. la forma essudativa (neovascolare, “umida”): è meno comune, ma più aggressiva e ad evoluzione più rapida.
    È caratterizzata dalla presenza di nuovi vasi sanguigni retinici in sede maculare, che possono evolvere fino a una cicatrice sottoretinica. Tale forma può essere trattata con iniezioni intravitreali ripetute di farmaci anti-VEGF, che hanno lo scopo di rallentare e/o bloccare la crescita dei nuovi vasi (neovascolarizzazione) e facilitare il riassorbimento dell’essudazione retinica.


    Fig. 2 – DMLE “UMIDA”

 

FATTORI DI RISCHIO

Esistono fattori di rischio non modificabili, come ad esempio la predisposizione genetica, la familiarità alla patologia e l’età, e fattori di rischio modificabili che sono quelli su cui possiamo intervenire. Tra quelli modificabili ci sono sicuramente il fumo di sigaretta, l’obesità e un’alimentazione povera di sostanze antiossidanti (vitamina C, vitamina E, luteina, zeaxantina, ecc.).

Viene, quindi, suggerita una dieta ricca di vegetali verdi e di frutta fresca, potenzialmente in grado di incrementare il pigmento maculare senza effetti collaterali.

 

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